martedì 8 gennaio 2008

SULLA LIBERAZIONE DI MASTROGIACOMO

(Pubblicato su http://www.lavocetta.it/ numero di aprile 2007)

C’è qualcosa che viene prima di qualsiasi polemica, di qualsiasi strumentalizzazione politica, di qualsiasi speculazione mediatica,e anche di qualsiasi crisi internazionale. Quel “qualcosa” può essere la foto di Gino Strada con la testa chinata sulla spalla di Daniele Mastrogiacomo, entrambi con i volti sorridenti, entrambi esausti, uno dei due con un vistoso turbante in testa, tanto per ricordarci dove ci troviamo. È la foto della liberazione; di un prigioniero innanzitutto. Ma è anche la liberazione della nostra umanità e di tutto quello che può comprendere: l’ansia per la sorte di un uomo che nemmeno conosciamo, ma che grazie alla potenze dei media diventa l’uomo della porta accanto; la paura che la prossima notizia che cliccheremo sul sito internet sia una brutta, pessima notizia; e la gioia finale, che arriva alla fine, quando il computer carica quella foto del medico e del giornalista ripresi insieme.
Ma è umanità anche quella che ti spinge a chiederti perché uno invece di strasene tranquillo in casa va a cacciarsi tra le fauci del leone incasinando un conflitto di rilevanza internazionale incasinato già di suo. Ma è la stessa umanità che spinge un individuo a fare della curiosità la sua professione e a scoprire ciò che sta dietro la coperta d’informazioni di cui siamo sommersi: la verità.
Ed è bello scoprire l’umanità ogni tanto. Peccato che non sia successo altre volte. Con Baldoni ad esempio, colpevole di essere stato rapito in un giorno d’estate, quando la gente e i governi sono assopiti dal caldo, o si è troppo distratti nel seguire le olimpiadi.
Ma questa volta no, non è successo così.
Poi vengono le polemiche, le strumentalizzazioni politiche, le speculazioni medianiche, le crisi internazionali.
Ma appunto stavolta sono venute dopo, non prima.

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