mercoledì 28 maggio 2008

SICURI?

La proposta di legge della maggioranza sull'immigrazione clandestina dice molto su quale potrebbe essere una volta per tutte la differenza tra l'idea di sicurezza della destra (o dei conservatori) e quella della sinistra (o dei riformisti). Quella della sinistar potrebbe essere semplicemente rispettare e far rispettare la legge (è chiedere tanto? possiamo oggi dire che i centri sociali okkupati li possiamo lasciare agli anni settanta del secolo scorso?), prevenire o punire il crimine in quanto tale. Quello della destra è invece far rientrare un fenomeno o una condizione sociale (come l'immigrazione clandestina)in una categoria criminale. Magari derubricando altri crimini, come i reati finanziari...

domenica 18 maggio 2008

BELLA O BRUTTA CHE SIA...

In questi giorni di legittime domande di sicurezza e paura immotivata, sconfitte elettorali e sterili polemiche politiche, sirene spianate, demagogia in svendita, spazzatura per le strade e in fiamme, assalti ai campi nomadi, verrebbe la voglia di rinunciare. Forse qualcuno (W?) in questi giorni dovrebbe dire qualcosa di più. E si vorrebbe essere come Scalfari, e vedere tutto con occhio analitico e dare risposte giuste. Lui ce la fa sempre, ma è unico, e noi qui siamo solo blogger e come noi ce ne sono a centinaia di migliaia nella rete, così rimando direttamente al suo articolo su Repubblica, perché è inutile ripetere le cose giuste che lui già scrive. Ma per andare avanti e interessarsi ancora di politica ci vuole altro che serie analisi. Allora in aiuto arrivano due elementi un po’inattesi.
Il primo è la lettura dell’ intervista su Repubblica di oggi a Francesco De Gregori. Ed è piacevole scoprire che un artista che ho tanto amato fin da piccolo la vede come me sulla politica (la destra, la sinistra, Grillo, Veltroni ecc.). Ti viene in mente che forse era già tutto scritto nelle sue canzoni di trent’anni prima, e forse qualcosa di subliminale siano entrate nelle proprie costruzioni mentali fin dalla tenera età, ed è bello pensare che magari alcune scelte siano state fatte proprio a causa delle sua canzoni.
Il secondo elemento deriva da un viaggio durante il quale mi trovavo sull’autostrada Torino Piacenza. Dalle parti di Alessandria potevo vedere in lontananza le sagome delle Alpi ligure unirsi con quello che è l’inizio della catena Appenninica. Per un veneto che in fondo non si è mai spostato molto fa un po’ strano vedere le montagne a sud. Ma in quel momento l’immagine mi suggeriva la promessa di una terra che si spingeva a meridione verso l’Africa, infilandosi tra due mari, incrociando lingue, paesaggi e città diverse, fino ad arrivare alla punta dello stivale, e poi continuare ancora con la Sicilia.
Bella o brutta che sia è (anche) questa la mia terra. E forse vale ancora la pena impegnarsi per Lei.

giovedì 8 maggio 2008

lunedì 5 maggio 2008

SUL VOTO DEI GIOVANI

Un dato che emerge dalle ultime elezioni, soprattutto in veneto è che i giovani hanno scelto di votare per lega. Nella fascia di età che va dai 18 ai 25 anni il voto va preferibilmente alla Lega (due giovani su cinque), a Di Pietro (in misura anche qui importante), a SA e alla Destra di santanchè. Mentre invece evitano UDC, PDL e PD. Insomma i giovani non ne vogliono sapere dei partiti “maggiori”, quelli che esprimono i candidati premier; soprattutto vogliono evitare i partiti che hanno un’immagine che probabilmente dal loro punto di vista risulta “vecchia”. Lo stesso sforzo innovatore del PD non è passato nell’elettorato dei 18enni, forse perché critici verso un gruppo dirigente che non è cambiato di molto nel passaggio dai vecchi partiti fondatori al nuovo. Forse bisognava avere più coraggio nel trovare facce nuove. Il voto alla lega può rientrare nel discorso della “paura”. Ma trovo difficile che le giovani generazioni si siano lasciate influenzare dal clima di “paura”, quando loro più di ogni altro esse dovrebbero essere portatori di una speranza per il futuro. Se questo fosse vero la questione del voto si manifesta in maniera ancor più preoccupante. A mio parere ci sono però anche altri fattori in mezzo. Probabilmente, visto anche il successo di Di Pietro, hanno voluto premiare chi aveva la posizione più chiara, le parole più forti. Chi vota per la prima volta ha bisogno di un messaggio che esterni posizione comprensibili immediatamente, mancando ancora un background politico approfondito di un certo rilievo. Ecco quindi che vengono premiati Lega e Di Pietro, piuttosto che il PD (partito nuovo ancora in formazione), PDL (con un Berlusconi che si presenta per la quinta volta e con minore spinta rispetto le altre), e SA (un’entità politica che soffre anche lei del problema novità, in un limbo ancor più accentuato rispetto al PD essendo nata al ridosso delle elezioni ). Sicuramente ha avuto effetto, su questi elettori nuovi e portati ad usare con dimestichezza i mezzi di comunicazione alternativi) il blogismo alla Grillo, il quale, insieme a Stella, ha avuto il suo ruolo nel far maturare la critica verso la Casta. Ed ecco quindi premiati i partiti più anticasta. C’è da segnalare che nel 2006 i giovani avevano premiato l’Ulivo rispetto ai partiti separati di DS e Margherita. Bisogna sottolineare che all’epoca le giovanili dei partiti erano strutturate e in particolare quella dei DS avevano anni di esperienza alle spalle. La giovanile del PD invece non si è ancora strutturata (oltretutto dopo un lungo periodo periodo in cui si è discusso se ci sarebbe stata una giovanile o meno) e probabilmente anche questo ha risentito sul risultato, nonostante il tanto lavoro fatto negli intensi giorni di campagna elettorale. La prospettiva in futuro è quindi quello di investire il più possibile nella giovanile, come, ma oserei di più, di quanto si è fatto nei partiti originari.