giovedì 4 giugno 2009

LA SCELTA

C’è veramente il rischio del dilagare del Berlusconismo contro la democrazia . Lo misureremo nelle votazioni di sabato e domenica. Ma questo rischio non verrà misurato sulla differenza tra chi ha votato per lui e chi non ha votato per lui, ma tra chi ha votato per il suo partito e quelli che hanno votato per il maggior partito all’opposizione direttamente concorrente. L’unico partito che nel caso fosse al governo in grado di poter sedere su un tavolo con i rappresentanti dei sindacati e delle altre forze sociali; l’unico che all’esplodere della crisi si è speso per proporre delle soluzioni quantificabili, come il sussidio economico per le migliaia di disoccupati appartenenti al mondo del precariato, che senza lavoro si troverebbero senza forme di sostegno come la cassa integrazione; l’unico che sa avere al suo interno competenze anche su tematiche a livello europeo , e non solo nazionali (e per delle elezioni che si definiscono europee non penso sia poco).

Non esiste il partito migliore per definizione, e non esiste il partito meno peggio.
Esistono invece la responsabilità e la partecipazione.
La partecipazione come chiave per migliorare ciò di cui si sente parte, di cui non basta il voto. La responsabilità è invece dei dirigenti, che giustamente oggi più che mai devono cominciare a guardare alla gente. Ma la responsabilità è anche di chi vota, e sceglie che forma dare alla democrazia.
Questo week end possiamo scegliere se dividerci per vent’anni tra l’istrionismo di Berlusconi o l’istrionismo del suo anti-clone, oppure cominciare ad aprire le porte alla politica.
Non esiste il “tanto peggio tanto meglio”. Esiste la scelta.