domenica 11 aprile 2010

SULLE ELEZIONI 2010

Sul dato nazionale è indubbio che bisogna segnalare il calo dell’affluenza che ha colpito più o meno tutti i partiti, tranne la Lega. Non è un caso che sia il partito con la più forte identità ben radicata sul territorio. A volte ho l’impressione che una aprte dell’elettorato abbia la convinzione di dover scegliere di votare un farabutto ed il nulla…
Una posizione chiaramente estrema ma che ci deve far pensare che noi ancora non riusciamo a proporre un’identità chiara, non solo come coalizione ma nello stesso partito . E allora noi che siamo qua in questa “trincea” sappiamo che dobbiamo tirare fuori la terza alternativa tra il nulla e il farabutto cioè quella di creare qualcosa.
È ingiusto attaccare subito Bersani, perché è solo da qualche mese alla guida alla segreteria. Però certo che il senso a questa storia non è stato ancora preso del tutto. Ancora c’è indecisione su come vanno prese le decisioni nel campo elettorale . Si ricorre spesso le primarie per evitare al partito di prendere autonomamente una sua linea. Al buon caso veneziano che è servito dare una piena legittimazione democratica al candidato, c’è l’esempio negativo della Puglia dove si è ricorso ad una primaria inutile, in cui la direzione nazionale del PD ne è uscito con le ossa rotte nel tentativo di far fuori il “prodigio vendola”.
Dal punto i vista dei contenuti, oltre alla sacrosanta protesta contro i soprusi verso la legge e la libertà di stampa di questo paese, manchiamo di una proposta. Dovremo riuscire ad unire il momento movimentista con quello propositivo, smettendola di dire che uno non può esistere uno se c’è l’altro. Ad ogni prevaricazione sulla libertà di stampa noi dovremo saper opporre una nostra idea di come va tutelata che non può essere solo conservazione di un esistente che ci ha portato alla situazione di adesso . Alle minacce di riforma costituzionale , o della giustizia noi dobbiamo opporci contrapporre le nostre proposte che devono essere chiare - univoche. Invece continuiamo a non parlare od a parlar con tante voci.