lunedì 5 maggio 2008

SUL VOTO DEI GIOVANI

Un dato che emerge dalle ultime elezioni, soprattutto in veneto è che i giovani hanno scelto di votare per lega. Nella fascia di età che va dai 18 ai 25 anni il voto va preferibilmente alla Lega (due giovani su cinque), a Di Pietro (in misura anche qui importante), a SA e alla Destra di santanchè. Mentre invece evitano UDC, PDL e PD. Insomma i giovani non ne vogliono sapere dei partiti “maggiori”, quelli che esprimono i candidati premier; soprattutto vogliono evitare i partiti che hanno un’immagine che probabilmente dal loro punto di vista risulta “vecchia”. Lo stesso sforzo innovatore del PD non è passato nell’elettorato dei 18enni, forse perché critici verso un gruppo dirigente che non è cambiato di molto nel passaggio dai vecchi partiti fondatori al nuovo. Forse bisognava avere più coraggio nel trovare facce nuove. Il voto alla lega può rientrare nel discorso della “paura”. Ma trovo difficile che le giovani generazioni si siano lasciate influenzare dal clima di “paura”, quando loro più di ogni altro esse dovrebbero essere portatori di una speranza per il futuro. Se questo fosse vero la questione del voto si manifesta in maniera ancor più preoccupante. A mio parere ci sono però anche altri fattori in mezzo. Probabilmente, visto anche il successo di Di Pietro, hanno voluto premiare chi aveva la posizione più chiara, le parole più forti. Chi vota per la prima volta ha bisogno di un messaggio che esterni posizione comprensibili immediatamente, mancando ancora un background politico approfondito di un certo rilievo. Ecco quindi che vengono premiati Lega e Di Pietro, piuttosto che il PD (partito nuovo ancora in formazione), PDL (con un Berlusconi che si presenta per la quinta volta e con minore spinta rispetto le altre), e SA (un’entità politica che soffre anche lei del problema novità, in un limbo ancor più accentuato rispetto al PD essendo nata al ridosso delle elezioni ). Sicuramente ha avuto effetto, su questi elettori nuovi e portati ad usare con dimestichezza i mezzi di comunicazione alternativi) il blogismo alla Grillo, il quale, insieme a Stella, ha avuto il suo ruolo nel far maturare la critica verso la Casta. Ed ecco quindi premiati i partiti più anticasta. C’è da segnalare che nel 2006 i giovani avevano premiato l’Ulivo rispetto ai partiti separati di DS e Margherita. Bisogna sottolineare che all’epoca le giovanili dei partiti erano strutturate e in particolare quella dei DS avevano anni di esperienza alle spalle. La giovanile del PD invece non si è ancora strutturata (oltretutto dopo un lungo periodo periodo in cui si è discusso se ci sarebbe stata una giovanile o meno) e probabilmente anche questo ha risentito sul risultato, nonostante il tanto lavoro fatto negli intensi giorni di campagna elettorale. La prospettiva in futuro è quindi quello di investire il più possibile nella giovanile, come, ma oserei di più, di quanto si è fatto nei partiti originari.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono abbastanza d’accordo con le tue analisi. I 2 problemi chiave sono l’identità da un lato e la rappresentanza dall’altro. Sul primo, la chiave è cercare idee chiare e forti. A la Zapatero, per capirsi. Veltroni aveva lanciato dei seri segnali in questo senso, correndo da solo, e cercando di dare un’identità al PD sui contenuti. Ma non è stato abbastanza. Cambiare il volto della classe dirigente, e di più battersi fino in fondi per idee magari non maggioritarie, ma sentite (ancora Zapatero) sono priorità ora. Accanto a ciò si deve ripensare a un’idea nuova della società che vogliamo, perché in quella società si sentano rappresentati coloro che si sentono -e a volte di fatto sono- espulsi dal mondo del PD, che non sa dare loro alcun ruolo, per ora-. Esempio? La miriade di piccoli imprenditori del Nord-Est. Alcuni amici della Sinistra Arcobaleno con cui ho parlato li etichettavano come quelli che non pagano le tasse, quelli che sfruttano gli operai sfruttando le dimensioni familiari dell’azienda, quelli che… insomma, la solita immagine del capitalista cattivo. Invece gli imprenditori del Nord-Est spesso sono proprio quegli amati operai che decidono di mettersi, di prendersi il rischio sulla propria schiena, e di creare un’impresa. Sono quelli che a volte si fanno carico non solo della propria famiglia ma, proprio perché sono un po’ paternalisti, anche delle famiglie dei dipendenti, e cercano di stare a galla, di sopravvivere, anche per loro. Questi imprenditori, tutt’altro che parassiti, anzi motore dell’economia nordestina e italiana, votano da un’altra parte. A questi ci si deve rivolgere.

Comunque tutti ‘sti ragionamenti sono a rischio. Rischio mooooolto serio. Veltroni aveva rilanciato il cambiamento lasciando casa molta gente ammuffita, parlando di contenuti, non cercando apparentamenti, insomma iniziando quel processo di modernizzazione di cui sopra. Ma ha perso con troppi punti di distanza, e ha perso Roma. Eccoci quindi alla resa dai conti: quelli che non vogliono il cambiamento del PD, quelli che sperano di stare a galla comunque, hanno adesso buon gioco nel cercare di invertire la tendenza, di riportare tutto indietro. E dunque il rischio che alla fin fine non se ne faccia più niente è molto alto. ‘Ste elezioni sono venute troppo presto…

Leggere per credere

Anonimo ha detto...

a proposito:

http://it.youtube.com/watch?v=RUSBQdE9uHk&feature=related

(purtroppo non si possono mettere video nei commenti: copia e incolla il link precedente nel browser)

dalioniko ha detto...

SON D'ACCORDO SU TUTTO. POI è CHIARO CHE BISOGNA FUGGIRE DALLE RAPPRESENTAZIONI MACCHIETTISTICHE TIPO IL NORD ESTINO CHE NON PAGA LE TASSE . ATTENTO A NON ANDARE PERO' NELLA RAPPRESENTAZIONE OPPOSTA DEL PICCOLO IMPRENDITORE VITUOSO A TUTTI I COSTI. SE QUALCOSA ABBIAMO CAPITO CHE OGGI NON SI PUò PARLARE PIù DI CLASSI MA SEMPLICEMENTE DI CHI è PIù O MENO GARANTITO , DI CHI è PIù O MENO EMARGINATO. IN QUESTO UN IMPIEGATO MEDIO DI UN'AZIENDA O SOCIETà PRIVATA CHE PRENDE MILLE EURO AL MESE ( SE LI PRENDE) è PIù VICINO AL PICCOLO ARTIGIANO CHE AL DIPENDENTE PUBBLICO DI PARI LIVELLO. POI SU COME DIVENTERA' IL PD DOPO LE ELEZIONI STAREMO A VEDERE. DI CERTO SE CI SARà OPPOSIZIONE SEMPLICEMENTE TRA CHI VUOLE FARE DEMAGOGIA SUL NUOVO, SULLA PARTECIPAZIONE, SULLE PRIMARIE, ECC ECC E CHI INVECE SI APPELLA ALLA PIù GRIGIA REALPOLITIK, IL FUTURO è NERO. SE INVECE C'è UNA CONTRAPPOSIZIONE VIRTUOSA SU QUESTIONI REALI ALLORA FORSE SI SUPERA IL GAP DI CUI DIFFETTA IL PD. CIOè QUELLO DI GUARDARE ANCORA SOPRATTUTTO ALLA SOCIETà COM'è, ALLA GESTIONE DELLA SOCIETà REALE , INVECE DI PENSARE AD UNA SOCIETà DIVERSA PARTENDO DAI FATTI CONCRETI