mercoledì 23 gennaio 2008

SU CRISI E POST CRISI....

Si potrebbe parlare della cronaca di una morte annunciata. Ma era stata talmente tante volte annunciata che ormai quasi ci si era abituati a cavarsela sempre per il rotto della cuffia. Questa volta invece sembra che non sarà possibile (nel momento in cui scrivo non c'è stato ancora il voto al senato). Le linee di frattura tra spirito laicista e "sensibilità" religiosa, tra etica e gestione della cosa pubblica, tra giustizia e politica, tra riformisti e movimentisti (tutte fratture presenti non tra due coalizioni ma all'interno della stessa alleanza di governo), sono arrivate al punto di non ritorno.Almeno fino a quando il centro sinistra non si presenterà di nuovo alle elezioni mettendo insieme tutte le forze che abbiano il minimo comune denominatore di essere tutte contro Berlusconi, senza aver risolto le sue contrddizioni, e magari con una "porcata" di legge elettorale come quella attuale. Perchè il fatto grave è che siamo dentro una crisi di governo senza essere arrivati ad una nuova legge elettorale che garantisca maggioranze sicure e coese nel nome del bipolarismo (o bipartitismo? perchè no?). Sarebbe auspicabile a questo punto un governo di transizione che ci permetta di arrivare alle prossime elezioni con un riforma elettorale compiuta insime ad altre strettamente essenziali. Naturalmente con un rischio: che dall'esperienza "allargata" del governo transitorio tramonti definitivamente l'idea di due coalizioni contrapposte, di destra e di sinistra, e si ritorni al vecchio, infrangibile sistema centrista. Non è questo l'obiettivo per cui era nato il PD. E in questo frangente è opportuno che chi ha creduto nel progetto fondativo di questo partito stia all'erta

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